Mario Pierippolito Tobino nacque a Viareggio il 16 gennaio 1910, secondo di quattro figli. La sua famiglia aveva origini liguri: la madre, Maria Biassoli Ottaviani, proveniva da una famiglia benestante di Vezzano Ligure, mentre il padre, Candido, era farmacista originario di Tellaro.
Il suo percorso scolastico fu caratterizzato da una certa vivacità e insofferenza. Dopo il ginnasio, a causa di un episodio di lesioni gravi ad un compagno, fu mandato in collegio per un anno. Successivamente, si iscrisse al liceo di Massa, ma ottenne la maturità come privatista a Pisa.
Tobino si iscrisse alla facoltà di medicina all'Università di Pisa, per poi trasferirsi all'Università di Bologna, dove si laureò nel 1936. Durante gli anni universitari, strinse importanti legami con figure come Giuseppe Raimondi, Mario Pasi e Aldo Cucchi, che in seguito sarebbero apparsi, seppur sotto mentite spoglie, nelle sue opere. Dopo la laurea, prestò servizio militare e si specializzò in neurologia, psichiatria e medicina legale.
La carriera di Tobino fu fortemente incentrata sull'ambiente dell'ospedale psichiatrico. Iniziò a lavorare presso l'ospedale psichiatrico di Ancona e successivamente trascorse quarant'anni presso l'Ospedale Psichiatrico di Lucca, a Maggiano, dove visse e lavorò come medico e direttore. La sua esperienza in questo contesto influenzò profondamente la sua visione del mondo e la sua produzione letteraria, portandolo a considerare i pazienti come persone che avevano smarrito la luce dell'intelligenza, ma non i sentimenti.
Tobino esordì in letteratura nel 1934 con la raccolta di poesie "Poesie". Tuttavia, si affermò soprattutto come romanziere, con opere caratterizzate da un forte autobiografismo e da una connotazione psicologica e sociale. Tra le sue opere più importanti si ricordano "Il figlio del farmacista" (1942), "Il deserto della Libia" (1952), "Le libere donne di Magliano" (1953) e "Il clandestino" (1962), con il quale vinse il Premio Strega.
Tra il 1940 e il 1941, Tobino prestò servizio come medico in Libia durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa esperienza lo segnò profondamente e fu alla base del romanzo "Il deserto della Libia", da cui furono tratti due film: "Scemo di guerra" di Dino Risi e "Le rose del deserto" di Mario Monicelli.
A partire dal 1943, Tobino partecipò attivamente alla Resistenza contro il nazifascismo in Toscana. Questa esperienza ispirò il romanzo "Il clandestino", con cui vinse il Premio Strega nel 1962. Il romanzo racconta le vicissitudini degli antifascisti viareggini durante l'estate del 1943, rievocando il momento in cui rinacquero l'amore e la fratellanza tra gli uomini.
Nel 1972, Tobino vinse il Premio Campiello con il romanzo "Per le antiche scale", da cui fu tratto un film con Marcello Mastroianni. L'opera narra, attraverso la figura del dottor Anselmo, la lunga esperienza di Tobino in manicomio e il dibattito che portò alla legge 180, proposta da Franco Basaglia.
Le opere di Tobino sono caratterizzate da un forte autobiografismo, da una profonda attenzione alle tematiche psicologiche e sociali e da uno stile lirico e intenso. I suoi scritti esplorano spesso il mondo della malattia mentale, la condizione umana e le dinamiche della vita di provincia sotto il fascismo. Tobino si dedicò con tutte le sue forze morali e spirituali alle sofferenze dei malati di mente, raggiungendo una vasta notorietà e numerosi riconoscimenti.
Tobino si oppose alla chiusura dei manicomi realizzata in seguito alla Legge Basaglia del 1978. Credeva che la sua vita fosse lì, che i "pazzi" fossero i suoi simili e che la malinconia e le ossessioni esistessero anche al di fuori delle mura dell'ospedale psichiatrico.
Mario Tobino fu uno scrittore prolifico, spaziando dalla poesia alla narrativa. Ecco una panoramica delle sue opere principali:
Anno | Titolo | Genere |
---|---|---|
1934 | Poesie | Poesia |
1942 | Il figlio del farmacista | Romanzo |
1952 | Il deserto della Libia | Romanzo |
1953 | Le libere donne di Magliano | Romanzo |
1962 | Il clandestino | Romanzo |
1972 | Per le antiche scale | Romanzo |
1982 | Gli ultimi giorni di Magliano | Romanzo |
1984 | La ladra | Romanzo |
1988 | Tre amici | Romanzo |
1974 | Biondo era e bello | Biografia |
Mario Tobino continuò a scrivere fino agli ultimi anni della sua vita, ricevendo numerosi premi letterari. Morì ad Agrigento l'11 dicembre 1991, il giorno dopo aver ricevuto il Premio Pirandello.
La Fondazione Mario Tobino, con sede a Maggiano, si impegna a promuovere la conoscenza e la valorizzazione dell'opera dello scrittore e psichiatra. La fondazione organizza eventi, mostre e pubblicazioni, e conserva un importante archivio di documenti e materiali relativi alla vita e all'opera di Tobino.
Mario Tobino è stato uno psichiatra che ha lavorato per molti anni nell'ospedale psichiatrico di Lucca.
Uno dei suoi romanzi più famosi è "Il clandestino", con il quale ha vinto il Premio Strega nel 1962.
Le opere di Tobino esplorano spesso il mondo della malattia mentale, la condizione umana e le dinamiche della vita di provincia sotto il fascismo.
La Fondazione Mario Tobino si trova a Maggiano, in provincia di Lucca, presso l'ex Ospedale Psichiatrico.
Tobino ha portato una prospettiva unica nella letteratura italiana, combinando la sua esperienza di psichiatra con la sua sensibilità di scrittore e poeta. Ha offerto uno sguardo profondo e umano sulla malattia mentale e sulla condizione umana.